Un altro lavoro dedicato al Paradiso dantesco, presentato a Ravenna Festival è stato quello del gruppo di danza Nanou, che assieme al Teatro delle Albe e a Fanny &Alexander condivide la residenza nella stessa città di Ravenna, ha offerto sempre alle Artificerie Almagià la propria visione ispirata dalla terza Cantica della Commedia.
Paradiso - ph. Fabrizio Zani - Dancer: Michele Scappa
Un’opera che ha conosciuto diverse fasi e ha visto il gruppo guidato da Marco Valerio Amico costruire un percorso interconnesso tra coreografia e arte contemporanea grazie alla collaborazione con uno degli artisti più interessanti del nostro tempo: Alfredo Pirri. Già mesi fa in occasione della presentazione del primo studio l’impressione fu di trovarsi davanti a un lavoro di qualità. Da allora l’allestimento ha come lievitato cambiando definitivamente pelle e aprendosi totalmente agli spettatori, non più confinati a uno sguardo di tipo ortogonale_ cioè platea-palcoscenico _ ma invitati ad essere parte integrante della stessa installazione-coreografia, dove le grandi distese argento e oro di Pirri hanno mutato posizione e modificato il feedback spettacolare del lavoro. “Paradiso” cioè è diventato contemporaneamente più incline a una spiritualità fatta di armonie di forme, ma pure più vicina all’uomo qualunque che può invadere il luogo mentre i danzatori costruiscono le figure agendo dentro lo stesso perimetro. Si cambia prospettiva ad ogni spostamento navigando tra sfere capovolte come fossero pianeti, ci si rispecchia sul pavimento fino ad avere le vertigine, quasi fosse il cielo. Con questo lavoro i Nanou hanno compiuto un passo ulteriore in avanti nella loro ricerca iniziata molti anni fa con il loro complesso “Motel” diviso in tre parti (Prima Stanza, Seconda Stanza e Anticamera) e che metteva in scena parallelamente la danza e la passione per il cinema, evocato come linguaggio espressivo nell’arco dell’intero lavoro. Tensione artigianale, ricerca e studio. Esattamente come in questo caso con un allestimento inizialmente quasi criptico e segreto che nel volgere di un anno si è trasformato.
Lo spazio si è espanso. Dilatato. La musica ha definito meglio i propri ambiti accompagnando e segnando la visione. Ora “Paradiso” è diventato luogo da attraversare. Dimensione altra: non più bidimensionale ma totale. C’è meno immagine e più danza: e i danzatori sono il collegamento tra la Terra e il Cielo.
Gli spettatori occupano e vanno su e giù sfiorando i corpi dei danzatori indifferenti alla loro presenza. Quasi fossero di un altro universo parallelo. Spettatori che guardano, camminano, scattano foto ai danzatori e alla scena. Sembra di stare dentro una factory di Andy Warhol dove l’atto di divenire arte da fatto privato è diventato pubblico.
Le musiche di “Paradiso” dei Nanou sono di Bruno Dorella. In scena: Carolina Amoretti, Marina Bertoni, Rhuena Bracci, Andrea Dionisi, Agnese Gabrielli, Marco Maretti, Emanuel Santos, Michele Scappa. Le coreografie sono di Marco Valerio Amico e Rhuena Bracci, responsabile anche dei costumi.