[…] La sera vediamo un concerto: Canto primo: Miasma/Arsura/Nanou/Ovo. Gli OvO sono un gruppo indie noise rock e rumorista, Stefania Pedretti e Bruno Dorella. Il loro concerto spettacolo è una premier dal suono cattivo come l’esalazione malsana emanata dalla palude, che letteralmente invoca nel titolo. Eppure parla di noi così autenticamente da divenire catartico persino a tarda sera, dove se sei stanco vorresti solo essere confortato dalla musica.
Nanou, OvO - Canto Primo: Miasma / Arsura. ph. © Simone Telari. Dancer: Rhuena Bracci
Ti conforta in modo diverso, prendendo atto del legame continuo che esiste tra realtà e fantascienza nel nostro esistere quotidiano. Con una danzatrice sullo sfondo del palco, come ad abitare traiettorie inconscie del grande mondo ricostruito in scena, Rhuena Bracci (gruppo nanou) con la testa coperta come da un sacco, generosissima e perfetta nel farsi immaginario che cammina, come perfetto è il suono e il grido cantato in un continuum lungo quanto il pensiero da parte della Pedretti, angelica nell’accogliere tanta parte infernale della realtà e filtrarla attraverso le sue corde vocali prodigiose. Leggo che Nanou è una compagnia che persegue il corpo oggetto corpo sonoro corpo luce. E’ quello che ho visto. Qualche volta sembrava che quella testa avvolta in chissà quale involucro diventasse maschera o diventasse umana. Togliere una cosa dal corpo per farlo diventare mille corpi. Non pensavo potesse essere così espressivo un danzatore senza occhi. Invece è come se avesse in questo modo occhi dappertutto.
Finisce questa immersione inconscia notturna e Bruno Dorella compositore e musicista straordinario resta sul palco. Abbandona solo dopo un certo tempo il suo strumento e se ne va quando sul palco non resta nulla dello spettacolo. Come alla fine di un sogno.
Nanou, OvO - Canto Primo: Miasma / Arsura. ph. © Simone Telari. Performer: Stefanią Pedretti
Vediamo il giorno successivo il nuovo lavoro di Nanou, “Paradiso”, ancora in via di lavorazione, che rappresenta l’incontro della compagnia di danza contemporanea ravennate con l’artista visivo Alfredo Pirri e la musica di Bruno Dorella. L’azione coreografica qui si immerge nello spazio fino a divenire parte di esso. I corpi dei performer diretti da Nanou e con la testa tragicamente coperta ma bellissimi in questa rinuncia, sono come installati nello spazio, a indicarne le regole di funzionamento. Una drammaturgia invisibile rende perfettamente plausibile certi modi di abitare quel luogo che rimanda a uno specchio di qualcosa che dovrebbe essere in alto. In questo nuovo Paradiso, noto, tuttavia la luce vera emana dalla terra, cioè è quella che si riflette sulla terra, e non tanto dal cielo. Inoltre un traghettatore in abiti quotidiani ti viene a chiedere senza gentilezza di uscire alla fine della performance. Una cosa che percepisco vagamente punitiva e che mi ricorda la cacciata dal Paradiso, se la si dovesse tradurre in termini quotidiani. [...]