Musiche di coda:
La rubrica musicale che normalmente chiude la nostra newsletter è affidata a Francesca Morello aka R.Y.F., Stefania Pedretti aka Alos e Bruno Dorella.
BD: Vi presento il pezzo dell’anno. Motivazione – Per il mirabile bilanciamento tra pop ed estremismo, uno dei rari pezzi per cui mi viene da dire “avrei voluto farlo io”.
Alos: Questa volta propongo un pezzo di David Lynch. È uno dei miei registi preferiti, ha influenzato il mio immaginario fin da quando ero piccola, e voglio rendere omaggio anche al suo lato musicale, che spesso passa inosservato. Lynch non è solo un maestro del cinema, ma anche un musicista affascinante. I suoi album hanno atmosfere ipnotiche, oscure e profondamente evocative, proprio come i suoi film. Mi piace l’idea di mostrare questa sua dimensione meno conosciuta, ma altrettanto potente.
RYF: Questa, perché non mi esce dalla testa da un paio di settimane.
Guida turistica per acchiapparci a breve nel Presente e nel Futuro prossimo:
A Civitanova Marche, ci acchiappate insieme a Stefania. Nell’ambito di NID Platform, giovedì 2 ottobre Stefania con studio per M. e venerdì 3 c’è redrum in una discoteca con i divanetti leopardati. Venire per crederci.
Studi per M. lo acchiappate anche giovedì 9 ottobre a Spoleto per Factory Fest, venerdì 10 a Firenze per La democrazia del corpo, o sabato 11 a Forlì per il festival Crisalide.
Invece domenica 5, ci facciamo ubiqui: ci potete acchiappare a Spoleto con Guado per Factory Fest e a Modena con Paradiso [giardino] per Periferico, a seguire un incontro con Clemente Tafuri di Teatro Akropolis e MV.
Da mercoledì 8 a domenica 12 ottobre, redrum lo acchiappate a Reggio Emilia “attraverso lo specchio” del ridotto del Teatro Valli, per Festival Aperto. Venerdì 10 c’è Bruno da acchiappare dal vivo!
Ci fermiamo qui con il calendario. Vi riscriviamo prima acchiapparci nella seconda metà del mese e del prossimo futuro.
Altre cose Passate ma Presenti, certamente da seguire nel Futuro:
La newsletter di Teatri di vetro è molto bella. Se non siete iscritti, vi invitiamo a farlo. Vi segnaliamo in particolare quella Passata lo scorso settembre, ma anche l’ultima Passata a ottobre è parecchio interessante.
C’è un bel video di Fragolesangue Passato al Museo MAR di Ravenna.
È uscito il secondo video di Esodo. Passato questo, nel Futuro ne usciranno altri due.
Due parole da MV sul Passato, sul Presente e sul Futuro:
« È il pubblico che si espone all’opera, non viceversa »
Gino De Dominicis
Il 17 luglio Passato, Francesco Costa ha condiviso nel suo Podcast Wilson una riflessione che nel Presente ritorna tra i discorsi comuni: la sensazione diffusa che “prima si stesse meglio”, che nel Passato ci sia conforto.
Tuttavia, sono i Passati che hanno costruito il Futuro, hanno rinnovato i codici, passando attraverso, trapassando il loro Presente. Basti guardare all’ultimamente tanto citato Festival dei due Mondi del 1969, quando Luca Ronconi debuttò con il suo rivoluzionario Orlando Furioso. Allo stesso Festival, nel 1974, assistere a uno spettacolo di Bob Wilson significava confrontarsi con una proposta artistica profondamente precipitata nel Futuro.
Le edizioni Passate e storicizzate del Festival di Spoleto sono costellate di momenti dirompenti e innovativi: nel 1967, su invito di Menotti, arrivò Ellen Stewart, fondatrice de La MaMa di New York, riconosciuta in tutto il mondo per la sua ricerca e avanguardia. Ancora prima, nel 1964, Menotti ospitò Merce Cunningham e John Cage, esponendo il pubblico italiano alla danza post-moderna, probabilmente per la prima volta.
Questi esempi non erano, e non sono tutt’ora, esempi di tradizione Passate, di classicismi o di popolare consenso del Presente. Il pubblico veniva esposto alle opere, come diceva De Dominicis, per costruire una nuova e dirompente politica culturale. Sarebbe un errore storico pensare diversamente. Il sistema di ricerca era ricco e vivace, sempre teso a guardare al Futuro.
Ogni volta che si pensa al Passato, molto di ciò che attrae ha a che fare con quelle che furono innovazioni.
Guardare al Passato per scrivere un nuovo Futuro, passando da un Presente che abbia il coraggio di innovare e di ricercare. Si tratta di fortificare un sistema virtuoso della ricerca perché ci siano continui e fruttuosi Presenti che possano determinare e affermare pensieri e linguaggi, magari nella danza performativa, capaci di aprire nuovi Futuri possibili. Forse, proprio da qui può nascere una nuova, gioiosa e necessaria aria di rivoluzione nei nostri tempi.
« Una sola strada è possibile: andare nella direzione opposta. » Dice Roberta Nicolai nella newsletter di Teatri di vetro.
Ciao.

redrum
foto: Lorenzo Pasini