Progetto

Nanou Associazione Culturale ETS

Collaborazioni
Contributo

MIC, Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna

Specie di spazi, un momento condiviso del progetto Alphabet et ultra.
Aperitivo, corpi, coreografie e qualche sorpresa. Un incontro aperto con gruppo nanou e marte.

Venerdì 25 luglio, dalle 18 alle 20, all’Almagià di Ravenna, chiudiamo il progetto Alphabet et ultra 2024/2025 con un momento condiviso.
Un modo per stare insieme, rivederci, attraversare uno spazio fatto di corpi, parole, suoni, luci.

Un evento di condivisione per chiudere il laboratorio coreografico Alphabet et Ultra con performance, disegno e ascolto.

Con:
danzatrici e danzatori del progetto;
DJ set di Whitney Ngadiuba;
Drawing & listening session a cura di marte, con Sara Antimi e Daniela Iurato

Sessione di disegno aperta a chiunque desideri partecipare, materiali disponibili.

Ingresso libero, bar in funzione, porta aperta.

Daniela Iurato (1992, Vittoria) è un’artista multidisciplinare siciliana che vive e lavora a Ravenna. Nel 2022 si specializza in Mosaico presso l’Accademia di Belle Arti della città e integra la pratica musiva nel suo lavoro, necessità espressiva di significato e di mezzo. La sua ricerca artistica esplora il rapporto tra corpo e identità, ancorandosi alla Body Art e alle tematiche di genere. Attraverso tessitura, mosaico e performance Iurato indaga la fragilità del corpo non-corpo, spesso traumatizzato e frammentato, in cerca di una nuova identità. marte collabora con Iurato nel 2023 in occasione di Tempus Fugit, durante cui l’artista sperimenta la performance Positura.

Sara Antimi (1999, Urbino) si laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove vive e lavora, specializzandosi in Fumetto e Illustrazione. Sviluppa la sua pratica attraverso i ricordi della propria infanzia che si intrecciano al concetto di trauma, dando vita a universi surreali legati al mondo del sogno e dell’incubo. Il lavoro di Antimi genera un immaginario ambiguo, privato e intimo: “un paesaggio privato intriso di meraviglia e weirdness, un ‘famigliare alterato’ che accoglie e respinge lo sguardo esterno” (Marsaladue).