Marco Valerio Amico, gruppo nanou, ph. Antonio Ficai
Marco Valerio Amico - ph. Antonio Ficai

Alphabet è il luogo dei manifesti e degli imperativi.
Il tono imperativo viene preso con leggerezza, con la necessita di partire da una certezza per mettere tutto in discussione.
Tutto ciò che viene qui affermato non è detto che non venga tradito tra un’ora, non per contraddizione ma per continuo superamento.
L’imperativo e il manifesto si fanno territori che con il fare devono essere rivoluzionati per la loro necessaria verifica.
Il fare è l’innesco utile ad azionare la macchina.
Il fare perde il suo obiettivo produttivo.
La punteggiatura del manifesto è piena di punti. Perde il soggetto. Lo lascia indietro. Si confonde con l’oggetto.
E’ necessario dare un ritmo scandito alla lettura per rendere l’imperativo ancora più forte e prendere quella rincorsa necessaria per arrivare ad una frase lunghissima di cui si omette la punteggiatura ché deve lasciare senza fiato anche nella lettura silenziosa.
La forma
Il ritmo
La scrittura
La disposizione delle parole su un pezzo di carta
IL VOLUME CON CUI VENGONO PERCEPITE
Fanno parte del pensiero coreografico
Guardano al ‘900
Ringraziano
La coreografia non è solo per il corpo [1].
L’ho capito per davvero negli ultimi mesi.
Così un video può essere una coreografia e non essere una coreografia in video, così una foto, una luce, un suono, il disegno di una scena, l’architettura di uno spazio pubblico.
Questo testo è un atto coreografico.

In Alphabet la coreografia è lo strumento per studiare ed esplorare. E’ il luogo del confronto. La coreografia si pone come
REGOLE DI ACCESSO E DI COMPORTAMENTO DELLO SPAZIO E NELLO SPAZIO.

Il sistema coreografico in Alphabet ha un approccio aleatorio.
Si apparecchia un’esperienza, la si mette a repentaglio nell’incontro per la necessaria verifica, osservando e aspettando l’imprevisto.
L’imprevisto è sempre un “incidente creativo” capace di mettere tutto in discussione o di rivelare la strada da approfondire.
La sincronicità diventa emblema per l’ “incidente creativo”. Meraviglioso. Una epifania.
Da non confondersi con il sincronismo, parafrasando Jung [2]. Non sincronizzare gli eventi ma lasciare che accadano così da ripristinarne le condizioni e ottenerne di nuovi.

Il presupposto per la generazione dell’ “incidente creativo” è il confronto con persone che non conoscono il vocabolario di Alphabet. E’ un modo diretto per verificare l’efficacia di una sintesi.
Se il concetto trasmesso non viene subito afferrato, vuole dire che non è chiaro, quindi equivocabile, quindi bisogna tornare ad osservare, studiare per capire dove sta il nodo, trovare una nuova sintesi, ritentare.
Non è detto che il risultato permanga nel tempo.

Alcune variabili, punti di osservazione per l’innesco coreografico:
I corpi dei partecipanti. Ognuno porta con se una sua unicità. E’ importante sottolinearlo perché è l’oggetto principale su cui lavorare. Se non si riconosce l’unicità di ogni singolo corpo, il progetto coreografico di Alphabet fallisce.
Spazio (Traiettoria e Territorio) / Ritmo / Tempo / Volume / Relazione. Segnare delle gerarchie temporanee di attenzione fra loro, evidenziare le loro differenze per un’osservazione lucida e determinata. Determinare dei brevi schemi ripetibili che mettano in evidenza l’oggetto preso in analisi. Mantenere la consapevolezza che tutti gli elementi sono inseparabili e inscindibili. E’ una questione di punti di vista e di attenzioni.
Tracciare coordinate a terra aiuta a evidenziare e mantenere la consapevolezza di ciò che sta accadendo, sia per chi agisce che per chi osserva.
Il corpo guarda la sua nuca, con distanza, analizza ciò che ha compiuto e ne prende coscienza. Guardare diventa importante tanto quanto agire. Non importa il ruolo che si ha. Un danzatore deve riscoprire il suo sguardo, così come allo spettatore è consigliato di osservare lo spazio e come lo occupa.

Alphabet cade verticalmente dall’alto come una goccia che, trovato il terreno, deflagra orizzontalmente poiché il suo sapere diventa immediatamente osservazione.

Posso dire che Alphabet somiglia molto all’otium latino? Però con un ritmo hard boiled.

06/2021 - Marco Valerio Amico, Oscillazioni#1