Chi non ricorda la scena di Shining in cui Denny scrive sulla porta, con un rossetto, Murder al contrario (Redrum)? L’ispirazione è quella, ma non ci si aspettino omicidi e scene da horror nel nuovo spettacolo di gruppo nanou. Piuttosto, quello che torna dell’Overlook Hotel di Stephen King e Stanley Kubrik è una dimensione di sospensione, di isolamento dal reale e di immaginari che si rincorrono.

redrum - ph. Daniele Casadio

Presentato nel programma di OperaEstate come una delle "incursioni" performative che anticipano B.Motion (la sezione del festival dedicata esclusivamente ai linguaggi del contemporaneo, alla fine di agosto) redrum si dichiara contemporaneo innanzitutto nel tentativo di mettere in discussione le convenzionali regole di fruizione della danza. A Bassano del Grappa l'installazione coreografica è al CSC S. Bonaventura, la chiesa del vecchio complesso dell'Ospedale già utilizzata per residenze artistiche e spettacoli teatrali. La tribuna telescopica è chiusa, a dichiarare la necessità di uno spazio completamente attraversatile. Allo spettatore viene consegnato un fogli di "Istruzioni per l'uso": può fermarsi per il tempo che desidera, può spostarsi, sedersi a terra o sulle poche sedie disposte sul perimetro dello spazio, avvicinarsi ai danzatori e agli oggetti di scena, può chiacchierare (in alcune repliche, in altre sedi, c'è persino un bar). Poco importa, poi, che il pubblico lo faccia davvero: la consapevolezza della libertà della fruizione cambia la qualità della sua presenza.

L'unicità del punto di vista non è negata solo dalla mobilità dei partecipanti, ma da coreografie che rifiutano la chiusura della scatola prospettica: anche in questo si riconosce il linguaggio ormai consolidato del gruppo, che ha appena festeggiato i suoi vent'anni. La dimensione coreografica individuale incontra gli altri danzatori nelle diagonali e nelle rotazioni, nelle variazioni su camminate che tagliano con decisione lo spazio con andature e ritmi diversi, con ripetizioni e ritorni delle geometrie del movimento. L'introduzione progressiva di elementi visivi evocativi moltiplica i segni di un immaginario popolato di visioni e ricordi, sulle musiche (dal vivo, nella replica a cui abbiamo assistito) di Bruno Dorella. I riferimenti a spettacoli precedenti o alle ispirazioni di Nanou si stratificano nelle coreografie di Rhuena Bracci (suoi anche i costumi) e Marco Valerio Amico (che disegna anche scena e luci). Le luci, con i loro colori, segnano diagonali e fuochi privilegiati, indicando che la scena può essere in ogni luogo, dal centro dello spazio a un residuo di superficie tra le sedute del pubblico, fino al soffitto su cui si proiettano ombre fuori scala, mobili ed evanescenti come fantasmi.

redrum - Operaestate Festival Veneto, CSC San Bonaventura. Foto: Giancarlo Cecconi

04/07/2024 - Francesca Serrazanetti, IlSole24Ore