2005 - Lorenzo Donati, Hystrio

In un tappeto sonoro di borborigmi elettronici, due corpi: il maschile sempre immobile sul fondo e sempre di spalle, intento a imbastire un tessuto vocale che sfugge al significato, costruito su residui verbali di senso; l’altro, il femminino, alle cui partiture sullo spazio vuoto possiamo forse aggrapparci in cerca di alcune “figure”, brevi incipit di un romanzo in concluso. Camminate concentriche all’indietro, avvicinamenti all’altro che la schiena inarcata rifiuta di completare, ora sottolineando il ventre-metonimia del rapporto ora adagiandosi sul palco, in disarmo con la testa fra le ginocchia.