A tre anni da “Concerto per chitarra solitaria“, Bruno Dorella (OvO, Ronin, Bachi da Pietra) torna a firmare a proprio nome un album solista. Se quel primo tassello nasceva da un’esibizione commissionata dal Ravenna Festival, l’occasione adesso è la realizzazione delle musiche per un progetto – da cui il disco mutua il titolo – di gruppo nanou, compagnia di danza contemporanea e arti performative con cui in passato hanno già collaborato le sue band principali Ronin e OvO.

La coreografia, ispirata dai canti dell’opera dantesca, vede esibirsi otto danzatori che si muovono immersi in un ambiente sonoro sintetico fatto di sovrapposizioni ritmiche, glitch, texture astratte e modulazioni vocali diafane. Assecondando l’interesse per la sperimentazione di nuove forme espressive, Dorella utilizza per la prima volta l’elettronica come fonte principale per realizzare un viaggio atmosferico diviso in tredici movimenti, frutto di una profonda sinergia con i componenti di gruppo nanou. Il legame intenso tra le parti in causa – consolidatosi nel corso di varie residenze artistiche – rimane percepibile nella semplice fruizione aurale dell’opera, al punto da innescare durante l’ascolto la visualizzazione di come i corpi possano assecondare l’accostamento stridente, ma sempre concluso, delle diverse linee pulsanti e il loro dialogo con il substrato elettroacustico.

Lo schema ascendente della traiettoria proposta muove da scenari cupi permeati da profondi riverberi bassi e frammenti noise dall’eco industrial (“Mercurio”), spesso esaltati da un fondale neutro fatto soprattutto di silenzio gravido (“Saturno”). A tratti il paesaggio si rischiara scivolando verso territori più diluiti da cui riesce a emergere il suono cristallino di una placida melodia chitarristica (“Sole”) oppure si fa spazio l’eco spettrale di una voce inintelligibile (“Stelle fisse”). La tensione attivata dalle singole strutture sonore e dall’alternanza di atmosfere veicolate si mantiene inalterata fino in fondo, dove compare inatteso il canto decostruito di Francesca Amati (Comaneci) a dare la forma di una [non]canzone alla conclusiva title track.

Evocativo e coinvolgente nel suo fluire, “Paradiso” configura un ascolto immersivo definito con cura e di grande impatto, lasciando addosso la voglia di riaffrontarne l’intero sviluppo all’interno della cornice pluridisciplinare per cui è stato ideato, alla ricerca di una completezza già qui intuibile.

04/01/2023 - Peppe Trotta, OndaRock