2009 - Serena Terranova, Altrevelocità
I due danzatori segnano strade sul bianco pavimento della sala, strade che non hanno inizio né fine, in un territorio diviso tra lui, che costruisce perimetri continuamente variabili, e lei, persa in un trasparente labirinto spigoloso, dentro il quale rimbalza senza possibilità di uscirne. Il nostro sguardo non ha appoggio, e si ritrova ogni volta in cerca di qualcosa, orientato dai corpi e dai passi verso un irrimediabile vuoto. Buio, illuminato appena da una torcia che gira inarrestabile o bloccato da algidi neon fissi sul soffitto.