Se il miracolo principale che riesce a compiere uno spettacolo è quello di portarti altrove, l’installazione coreografica dal titolo ‘redrum’, realizzata dal gruppo ravennate Nanou al Teatro dell’Unione è perfettamente riuscita nell’intento.
redrum - ph. Daniele Casadio, Dancers: Carolina Amoretti, Marina Bertoni, Rhuena Bracci, Andrea Dionisi, Agnese Gabrielli, Marco Maretti
Il foyer del Teatro dell’Unione di Viterbo si è trasformato in un luogo sospeso nel tempo, uno spazio senza inizio né fine, dove gli spettatori – lasciati liberi di muoversi a piacimento, di entrare e uscire, di cambiare posizione per trovare nuove prospettive di visione – hanno avuto modo di sperimentare nella propria realtà vigile le dinamiche oniriche quali temporalità non lineare, transizioni fluide tra una scena e l’altra, simbolismo, connessioni emotive, sospensione della logica, ripetizione e interconnessione.
Questo intelligente dispositivo riscrive le regole del rito teatrale, trasformando lo spettacolo in un luogo da abitare e invitando gli spettatori a dimenticare i confini tradizionali tra palco e platea. La danza dei Nanou racconta con rigore e potenza le fluttuazioni del tempo mentale e della memoria.
Il titolo della performance è il primo elemento che ci aggancia all’immaginario simbolico di Shining e che possiamo leggere come una vera e propria dichiarazione d’intenti da parte dei coreografi Marco Valero Amico e Rhuena Bracci di gruppo nanou, i quali riescono, all’interno di una struttura drammaturgica molto fluida ma allo stesso tempo rigorosamente studiata, ad evocare e valorizzare l’enorme portata onirica dell’orizzonte di riferimento.
La struttura coreografica propone un universo contraddittorio, dominato da libertà e fluidità ma caratterizzato da un rigoroso stile e da una drammaturgia musicale magistralmente architettata da Bruno Dorella dove i danzatori appaiono come presenze fantasmatiche a volte accoglienti, a volte terrorizzanti le cui ombre proiettate sugli elementi architettonici del foyer e sui pochi elementi scenici in esso dislocati frammentano le loro presenze attivando un dialogo costante tra orizzontalità e verticalità.
I movimenti evocano incontri improvvisi, apparizioni brevi e attraversamenti interrotti da pause e deviazioni. Le luci a terra e i controluce creano un ambiente unico, un paesaggio onirico fatto di corpi e ombre, simboli e reminiscenze infinite. I movimenti del pubblico, liberi di esplorare, aggiungono ulteriore dinamismo all’evento.
Redrum è stato l’evento conclusivo del il progetto speciale N20 che celebra i venti anni del gruppo nanou, realizzato dal 4 al 16 Giugno presso il Teatro dell’Unione grazie al sostegno del Comune di Viterbo e del circuito multidisciplinare ATCL e che ha ospitato un percorso di alta formazione destinato a danzatori professionisti e una rassegna di spettacoli avviata con la restituzione del percorso pedagogico ‘Alphabet: Metodo’ l’11 giugno, proseguita con ‘Arsura’ il 12 giugno, ‘Them, Immagine in movimento’ il 13 giugno e conclusa con la performance coreografica di durata ‘redrum’ il 14 e 15 giugno.